Pubblicato su Il Tirreno (leggi articolo originale)
AULLA. La procura di Massa-Carrara ha indagato 13 persone,
amministratori, dirigenti e tecnici comunali per l’alluvione che devastò
la Lunigiana, e in particolare la zona di Aulla il 25 ottobre 2011.
Ieri gli indagati sono stati tutti invitati a presentarsi presso le
caserme dei carabinieri per ritirare l'avviso di conclusione delle
indagini preliminari loro carico. Si tratta dell'ex presidente della
Provincia, Osvaldo Angeli, attualmente commissario della stessa; i
dirigenti provinciali Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano
Michela; gli ex sindaci di Aulla, Lucio Barani (attualmente parlamentare
di Forza Italia) e Roberto Simoncini (storico delfino di Barani); il
dirigente comunale Franco Testa, che si occupava di urbanistica e lavori
pubblici; l'ex dirigente comunale Giuseppe Lazzerini, ora direttore
generale dell'Erp di Massa Carrara (l'ente delle case popolari); il
dirigente comunale alla Protezione civile, Mauro Marcelli; l'ex vice
sindaco e assessore all'urbanistica, Gildo Bertoncini; l'ex dirigente
comunale all'urbanistica e ai lavori pubblici, Ivano Pepe (tra l'altro
già indagato nell'inchiesta sui tre ponti che dovranno sostituire quelli
crollati in Lunigiana); l'ex sindaco di Bagnone, il geologo Piero
Pierini; l'ex assessore comunale alla Protezione civile, Giovanni
Chiodetti.
Per loro le ipotesi di reato sono omicidio colposo e
disastro colposo, visto che il mostro di acqua e fango che invase Aulla
uccise due persone, devastando scuole,e case popolari, negozi e
trascinando via centinaia di auto e mettendo a rischio la vita di decine
e decine di persone. Una tragedia autentica, che ha cambiato (in
peggio) la vita di centinaia di persone e che ha provocato una
distruzione mai vista dopo la seconda guerra mondiale. Nel mirino della
procura, in particolare, vi sono i permessi rilasciati per permettere di
costruire anche nelle aree golenali del Magra; inoltre, è emerso che a
collassare il 25 ottobre 2011 sarebbe stata la cassa di espansione della
Chiesaccia di Villafranca: non sarebbe stata collaudata, eppure quel
giorno era aperta. Aulla venne colpita dalla valanga d’acqua riversatasi
nel Magra dal vascone e dai 300mila metri cubi di acqua piovuti in
poche ore. Infine, il sistema di Protezione civile non avrebbe
funzionato e il Comune avrebbe avuto un comportamento non all’altezza
della situazione. Gianluca Uberti
martedì 26 novembre 2013
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